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Taormina, tra cannoli e cultura!

Taormina è di una bellezza che non stanca, anzi non stanca mai.

Sono bastati due giorni per farmi sognare e stregarmi (oltre ad ingrassare), perché non è solo bella: muta il colore lungo gli spostamenti, da nord a sud, raccontando passo per passo le memorie dei greci, dei romani, degli arabi e degli spagnoli. L’hanno resa un posto tra leggenda e realtà, ne concentra le loro caratteristiche, affacciandosi su tre continenti.

 

Tra un cannolo ed una cassata, ho voluto immortalarla con la mia Canon, dall’arrivo alla fine del viaggio.

 

Sono stata sedotta dal suo sole, che riempie tutto intorno a sé, dove il verde della natura si alterna al blu dello Ionio, il nero della lava dell’Etna, circondato dalla neve, si abbina al giallo degli aranceti. Il profumo di arance di questo suolo fiorito, dall’atmosfera rilassante, ha attirato intellettuali, poeti e scrittori come Goethe, Wagner e Freud. Immaginate l’impatto che ho avuto io, moldava d’origine, per anni abituata a paesaggi collinari e grandi città metropolitane.

 

 

 

Situata su una delle baie mozzafiato della Sicilia, Taormina mi è apparsa come una terrazza di roccia imponente ad un’altezza di 200 metri sul pendio del Monte Tauro, dal fascino molto medievale.

Personalmente, sono venuta a respirare la storia del Teatro Greco, che avevo visto solo sulle pagine dei libri di storia a scuola. Ebbene sì, anche in Moldavia si studia questo divino museo dell’architettura, il secondo teatro più grande della Sicilia, dopo quello di Siracusa, la cui storia inizia nel III secolo a.C. ad opera dei greci ed ampliato in seguito dai romani. Non potevano scegliere un’ambientazione più adatta per le rappresentazioni teatrali, drammatiche o musicali, che si tenevano nell’antichità, visto che è immerso in uno scenografico promontorio. Da qui si gode un magnifico panorama della costa ionica con l’Etna sullo sfondo.

 

 

Questa opulenta scenografia, mi fa pensare alla somiglianza con il carattere dei siciliani stessi, attori innati. Essendo un’appassionata della storia antica, sono rimasta incantata dalla struttura della gradinata scavata nella roccia, che parte dal basso e sale fino alla sommità, dai mattoni di argilla con cui fu costruito l’intero teatro, sospeso tra cielo e mare.

Pazzesco!

 

Trovarlo fu molto facile.

Innumerevoli sono le indicazioni su come arrivare al Teatro Greco di TaorminaEntrando in città a nord da Porta Messina, mi sono incamminata sulla via principale, Corso Umberto I, che attraversa il centro storico della città finendo a sud a Porta Catania.  Essendo una spendacciona, non ho potuto resistere al richiamo delle numerose botteghe, negozi di abbigliamento e di souvenir, lungo la strada. Infatti mi sono comprata di tutto e di più, da vestiti fatti a mano ai piattini degli artigiani locali, abili e sorridenti venditori.

 

 

 

Ritornando su Corso Umberto I, la prima piazza che ho incontrato è quella di Vittorio Emanuele, dove ho potuto vedere i resti di un antico Odeon romano (piccolo teatro) dai mattoni rossi.

 

Proseguendo, mi sono imbattuta nella Piazza IX Aprile, penso la più fotografata in assoluto, visto che sembra una terrazza elegante dalla vista su Ionio ed Etna. Mi sono seduta in uno dei bar all’aperto, dove Beppe il cameriere, mi ha servito gentilmente dei cannoli favolosi e un caffè buonissimo.

 

 

Mi ha inoltre raccontato, con tanto orgoglio ed io a mia volta tradotto a dei turisti russi li vicino, un po’ di curiosità sulla chiesa barocca di San Giuseppe, della ex chiesa in stile gotico di Sant’Agostino e della Torre dell’Orologio, che circondano la piazza. Inoltre la signora Luciana, del tavolo accanto, con la casa estiva ai Giardini Naxos, mi ha consigliato di proseguire sulla via principale, dove avrei trovato la Piazza del Duomo. Me lo sentivo che non bisognava dare retta alle descrizioni dei siciliani fatte dai milanesi.

Si tratta di una cattedrale dedicata a San Nicola di Bari, con all’esterno una fontana contenente al centro il simbolo di Taormina, una donna centauro incoronata, che nella mano sinistra regge il globo e in quella destra lo scettro del comando.

 

Una piazza accogliente, d’altronde come la sua gente, ospitale e calorosa, che ci tiene a farti sapere la sua storia travagliata.

All’ora di pranzo avevo l’imbarazzo della scelta, le vie sembravano una festa di sapori. Ho provato lo sgombro e le alici locali, gli arancini di riso, ma soprattutto mi sono innamorata di una torta rustica farcita con il pesce spada. Da leccarsi i baffi. Ma tutto ciò che ho assaggiato, mangiato e divorato in Sicilia, merita un articolo separato, che magari prima o poi realizzerò. Per concludere il pranzo, mi sono concessa una deliziosa cassata e un dolce di marzapane, con l’impegno di camminare almeno un’ora nella Villa Comunale, nonché nel suo parco pubblico.

 

Il parco fu realizzato alla fine del XIX secolo, per volere della nobildonna inglese Lady Florence Trevelyan, che sposo il sindaco della città, facendo importare specie botaniche provenienti dal mondo intero.

Mi è sembrato un’oasi di tranquillità nel centro urbano!  Stupenda, magnifica, favolosa, incantevole, sbalorditiva, straordinaria ed eccezionale!

Il giorno dopo, prima di andare in spiaggia, sono andata a vedere il Palazzo di Corvaja, che si trova al centro della Taormina nella piazza che un tempo era l’antico foro romano. Si tratta di una villa,  segno di un’affascinante commistione di stili differenti, con l’impronta araba nella torre merlata, quella gotico-catalana nel portale e nelle finestre ad arco che decorano la facciata e quella normanna, nella sala quattrocentesca dove si riuniva il Parlamento. Il giorno stesso, ho spedito una mail al mio ex professore di archeologia, per farlo morire d’invidia.

Per andare a prendere il meritato sole, ho preso dal centro la funivia che raggiunge la piccola spiaggia di ciottoli dell’Isola Bella, unita alla terra ferma da una sottile striscia di sabbia. L’isola è stata dichiarata una riserva naturale, che offre fondali davvero meravigliosi, dove grazie ad un’acqua trasparente, ho visto un sacco di pesci.

 

Consiglio scarpe da scoglio, per non ferirsi con i sassi e un portafoglio pieno di euro, se si vuole stare su una sdraio, visto i prezzi esagerati. Qui la legge del mercato, tra domanda e offerta, trova la sua massima applicazione, anche in funzione delle esigue dimensioni dell’isolotto. Il mare nella splendida baia, assumeva sfumature incantevoli e di sera mi ha regalato uno dei tramonti più romantici mai visti, immerso nel verde di una fitta macchia mediterranea.

 

Proseguendo il tour della Sicilia per la fantastica isola di Lipari, di cui scriverò un articolo a parte, ritengo di aver visitato una delle città più meravigliose al mondo, Taormina!

Un piccolo riconoscimento (cibo, cibo, cibo, sia salato che dolce), dalle autorità della Sicilia, sarà sempre ben accetto!

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